Matrimonio all’estero: è valido in Italia?

I matrimoni celebrati all’estero possono essere romantici e offrire un’esperienza unica, ma spesso sorgono domande riguardo al loro riconoscimento legale in Italia, considerato che lo stesso potrebbe influire su questioni come la cittadinanza, l’assegnazione di benefici fiscali e i diritti successori.

Se ti piacerebbe sposarti all’estero o semplicemente vuoi saperne di più, in questo articolo risponderò a queste domande:

  1. Matrimonio all’estero: vale ed e’ riconosciuto in Italia?
  2. Matrimonio all’estero, come funziona la separazione?
  3. Matrimonio all’estero, come è regolamentato il congedo matrimoniale?
  4. Matrimonio all’estero, come funziona con le pubblicazioni?
  5. Matrimonio all’estero: chi può celebrarlo?

Matrimonio all’estero: vale ed è riconosciuto in Italia?

Innanzitutto va chiarito che, per essere validi in Italia, i matrimoni celebrati all’estero da cittadini italiani devono rispettare determinati requisiti legali, stabiliti dall’art. 115 del nostro codice civile.

In primis, se due italiani, o un cittadino italiano ed uno straniero hanno intenzione di sposarsi all’estero, possono farlo, a patto che rispettino le regole dello Stato in cui si trovano.

Altresì, per quanto riguarda la validità del matrimonio, la norma stabilisce che il matrimonio contratto all’estero da cittadini italiani o da cittadini italiani e cittadini stranieri ha, sul territorio italiano, la stessa efficacia di quello contratto in Italia; quindi produce gli stessi effetti, con la conseguenza che anche chi si è sposato all’estero ha uguali diritti e doveri di coloro che si sposano in Italia e, allo stesso tempo, gli sposi possono far valere gli stessi diritti e doveri nei confronti dello Stato e dei loro stessi figli.

Ci sono delle eccezioni? Si!

In alcuni casi, infatti, il matrimonio potrebbe non essere ritenuto valido se, ad esempio, lo stesso è stato celebrato secondo leggi che vanno contro alcuni principi fondamentali dell’ordinamento italiano (ad esempio se è stato celebrato in violazione delle condizioni dettate dal codice civile in materia di età, sanità mentale ed inesistenza di un precedente vincolo matrimoniale oppure se è presente uno degli impedimenti previsti come l’esistenza di vincoli di parentela, affinità o adozione tra i futuri sposi ed ipotesi di delitto).

Ci sono poi, degli impedimenti che provocano una mera irregolarità del matrimonio, con conseguente applicazione di una semplice sanzione pecuniaria. Inoltre, il matrimonio celebrato all’estero è valido quanto alla forma, se è valutato tale dalla legge del luogo di celebrazione o dalla legge nazionale di almeno uno dei coniugi al momento della celebrazione o dallo Stato di comune residenza in tale momento.

Comunque, nella pratica, l’atto di matrimonio celebrato all’estero per avere valore in Italia deve essere trascritto presso il Comune italiano competente. 

Matrimonio all’estero, come funziona la separazione?

Per poter chiedere la separazione in Italia, è necessario che l’atto di matrimonio sia stato precedentemente trascritto.

Infatti, se è vero che il matrimonio celebrato all’estero è valido per il nostro ordinamento, per quanto riguarda la forma, se è considerato tale dalla legge del luogo di celebrazione, o dalla legge nazionale di almeno uno dei nubendi al momento della celebrazione, o dalla legge dello Stato di comune residenza in tale momento, la trascrizione ha una natura certificative e di pubblicità. Peraltro, la trascrizione è necessaria visto che ci si può avvalere del titolo di coniuge e degli effetti del matrimonio solo dietro presentazione dell’atto di celebrazione estratto dai registri dello stato civile.

In alcuni casi, però, quando la vita della coppia è caratterizzata da elementi di internazionalità (la cittadinanza diversa dei coniugi, o la vita matrimoniale fissata in un paese diverso dall’Italia, etc.), le regole in materia di separazione sono le più varie e non è detto che si applichi la legge italiana o che la competenza spetti al giudice italiano.

Matrimonio all’estero e congedo matrimoniale

Il congedo matrimoniale è un periodo, pari a 15 giorni di calendario, di assenza retribuita riconosciuto al lavoratore in occasione del proprio matrimonio celebrato con effetti civili.

Anche chi contrae matrimonio all’estero può usufruire del congedo, purché, oltre alla qualifica e ai requisiti necessari, sia in possesso della residenza in Italia prima del matrimonio e del riconoscimento dello stato di coniugato anche in Italia.

Matrimonio all’estero, come funziona con le pubblicazioni?

I cittadini italiani che si sposano all’estero non sono soggetti alle pubblicazioni di matrimonio, a meno che le stesse non siano richieste dalla normativa straniera. In alcuni Paesi può essere necessario produrre il cd. “certificato di capacità matrimoniale” o una diversa attestazione di assenza di impedimenti per contrarre il matrimonio, da richiedere alla Rappresentanza diplomatico-consolare italiana nella cui circoscrizione territoriale si celebra il matrimonio, anche se si è residenti in Italia o in altra circoscrizione estera, che la rilascerà a seguito di specifici accertamenti. 

Se il matrimonio viene, invece, celebrato dinanzi ad una Rappresentanza diplomatica o consolare italiana, sarà necessario presentare un’istanza di celebrazione di matrimonio consolare e a seguito del relativo accoglimento, si potrà procedere con la richiesta delle pubblicazioni da presentare in base al luogo dove i futuri sposi si trovano.

Le pubblicazioni sono in genere eseguite a cura di un ufficiale dello stato civile e restano affisse all’albo consolare per almeno 8 giorni ma la procedura potrebbe cambiare a seconda dei casi.

Matrimonio all’estero: chi può celebrarlo?

È possibile contrarre all’estero un matrimonio civile o religioso. Nel primo caso, il matrimonio avrà luogo dinanzi ad un’autorità straniera locale (ad esempio, il sindaco, o altra autorità equivalente, di una città straniera) o dinanzi all’autorità diplomatica o consolare.

Il matrimonio religioso, invece, deve essere celebrato da un ministro di culto e sarà valido in Italia a condizione che il matrimonio sia ritenuto valido ed efficace secondo la legge dello Stato in cui viene celebrato.  

Nello specifico, il matrimonio dinanzi al Console italiano nello stato straniero deve essere preceduto da un’apposita istanza degli interessati e dalle pubblicazioni e si svolge secondo le norme del codice civile, alla presenza di due testimoni. Sarà poi il consolato a trasmettere l’atto di matrimonio all’ufficio di stato civile per la trascrizione.

Da queste sommarie informazioni, emerge la complessità della tematica legata ai matrimoni celebrati all’estero che, sebbene siano indubbiamente affascinanti e romantici, comportano una serie di implicazioni legali legate anche al processo di riconoscimento in Italia da seguire, necessario per assicurarsi che il legame matrimoniale sia valido e riconosciuto secondo le leggi italiane.

E’, dunque, un percorso complesso, che richiede una conoscenza approfondita della normativa e della giurisprudenza di riferimento e per questo motivo, è sempre consigliabile rivolgersi ad un professionista, per ottenere una consulenza legale specializzata che permetta di verificare la validità e il riconoscimento del matrimonio celebrato all’estero in Italia. 

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